L’auto a idrogeno: ecco il piano di crescita previsto da Toyota

Toyota Mirai

Toyota ha recentemente rivelato ulteriori dettagli a proposito dei suoi piani di crescita e diffusione riguardanti i veicoli Fuel Cell (FCV), ovvero quei veicoli per i quali il motore a combustione è sostituito con stack di celle a combustibile che generano elettricità dalla reazione dell’idrogeno con l’ossigeno presente nell’aria (il processo inverso dell’elettrolisi) .

Facciamo riferimento alla ben nota ammiraglia Mirai, che in giapponese vuol dire “Futuro”. Ma concediamoci una breve digressione… Sapete qual è il “cuore” di Mirai?

Mirai sfrutta il Toyota Fuel Cell System (TFCS), un sistema che abbina la tecnologia delle celle a combustibile alla tecnologia Hybrid e include un nuovo pacco celle, il convertitore e nuovi serbatoi di idrogeno ad alta pressione prodotti da Toyota. Il TFCS risulta molto più efficiente rispetto ai tradizionali motori a combustione interna e non produce né CO2 né agenti inquinanti.

Se volete approfondire le caratteristiche tecniche di Mirai, potete consultarli direttamente sul sito Toyota.

Ma tornando al tema principale di questo articolo, Mirai dovrebbe raggiungere – a detta del costruttore – oltre 30.000 vendite l’anno entro il 2020. Riassumiamo il programma Toyota per Mirai, riportando il numero di vendite previste anno per anno:

  • 2015: 700
  • 2016: 2000
  • 2017: 3.000
  • 2018: ?
  • 2019: ?
  • 2020: > 30.000

Poiché le vendite in Giappone dovrebbero essere circa 1.000 al mese, il Paese del Sol levante potrebbe diventare il più grande mercato per Mirai.

Un primo ostacolo a questo livello di vendite previsto è che Mirai è costruita attualmente come una supercar, ovvero – così come già avvenuto per la Lexus LFA da 375.000 € – presso lo stabilimento Toyota di Motomachi: in altre parole, completamente a mano! Dal momento che ci vogliono 13 lavoratori a tempo pieno per assemblare 2/3 automobili al giorno, è evidente che il processo di produzione di Mirai è molto lento e costoso. Nonostante la natura avanzata del veicolo, l’impianto Toyota usato per costruirlo utilizza pochissimi sistemi di automazione industriale. Pertanto, anche se taluni potrebbero dire che 30.000 vetture all’anno non sia un obiettivo particolarmente complicato, Toyota dovrà di certo cambiare drasticamente il modo in cui produce oggi Mirai per cercare di raggiungere questo traguardo.

distributore di idrogeno

Un altro ostacolo alla diffusione di queste tipologie di veicoli, che potrebbe riflettersi invece sulla domanda, deriva – soprattutto in Europa – dalla scarsa rete di distribuzione dell’idrogeno. È vero: non tutti i Paesi sono messi male come l’Italia, in cui è presente soltanto un distributore (in quel di Bolzano). Ma la realtà dice che, a parte i fortunati abitanti di Berlino, Londra e Monaco di Baviera (e pochissimi altre città), la stragrande maggioranza degli europei sarebbe impossibilitata a rifornire la propria auto a idrogeno. Tuttavia qualcosa sembra che inizi a muoversi, soprattutto in Germania dove sta per essere avviato un programma di potenziamento della rete di rifornimento (denominato “H2 Mobility”), che prevede la realizzazione (nell’arco dei prossimi 8 anni) di 400 nuove stazioni grazie ad un investimento di circa 400 milioni di euro.

In Italia (come se non bastasse…), un ulteriore problema è rappresentato da una normativa nazionale che limita la pressione d’accumulo nei serbatoi a 350 bar; quando invece i serbatoi montati sulle moderne vetture a celle a combustibile (quale Mirai) garantiscono – a detta dell’amministratore delegato di Toyota Italia Andrea Carlucci – il funzionamento in totale sicurezza a 700 bar.

Toyota è inoltre consapevole del fatto che, per vendere Mirai su vasta scala, sarà obbligata a ridurre i costi. Il grafico che segue sembrerebbe delineare nel tempo un taglio dei costi del 75%.

riduzione costi FCV

In ogni caso, dopo il debutto in Giappone e California, la Toyota ha appena avviato la commercializzazione di Mirai anche in Europa, seppure a “tiratura limitata”. I primi mercati europei sono la Danimarca, la Germania e il Regno Unito. Il prezzo? Da circa 66.000 € + IVA.

E per quanto concerne invece gli EV puri? Toyota considera l’elettrico a batteria come uno strumento per la mobilità personale, quindi non dobbiamo aspettarci (per ora) nessun BEV da parte di Toyota.

diversi combustibili e usidiversi combustibili e usi

Nel futuro più immediato, dice Karl Schlicht – responsabile Vendite, Marketing e Prodotto di Toyota Motor Europe – il costruttore giapponese continua a puntare invece sull’ibrido elettrico-benzina, che nelle previsioni dovrebbe arrivare a rappresentare il 50% delle vendite Toyota entro il 2020. Intanto in Italia, nel mese scorso, per la prima volta le ibride hanno toccato quota 2% del totale delle immatricolazioni (questo è l’articolo pubblicato di recente sui dati delle vendite di auto elettriche e ibride nel mese di settembre).

Grazie per l’attenzione e alla prossima!

Team GAA

Redazione

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