Smacco per l’Italia, sfuma il sogno del Governo: è arrivata la decisione

Brutte notizie per l’Italia, il sogno del Governo va in frantumi: la decisione è finalmente arrivata e penalizza il nostro Paese

La Fiat è senza dubbio il fiore all’occhiello dell’industria automobilistica italiana. Questa racchiude al suo interno anche Alfa Romeo, Lancia, Maserati e naturalmente Ferrari, uno dei simboli più chiari dell’automotive. Fiat che ora fa parte del brand Stellantis, nato dalla fusione tra FCA e PSA e racchiude al suo interno diversi marchi, anche francesi, statunitensi e tedeschi.

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni pensierosa
Smacco per l’Italia, sfuma il sogno del Governo: è arrivata la decisione (Ansa Foto) – gruppoacquistoauto

E proprio la delocalizzazione di Stellantis ha creato non pochi problemi alle fabbriche italiane. Diversi, sul nostro territorio, gli stabilimenti del gruppo: da Torino (Mirafiori) a Cassino (Frosinone), fino a Melfi, in provincia di Potenza (dove costruiscono la Jeep Renegade e la Compass) a Pomigliano D’Arco, nel napoletano, (dove vengono realizzate l’Alfa Romeo Tonale e la Panda) e Modena.

La delocalizzazione, dicevamo, non è altro che un processo di riorganizzazione del brand che ha aumentato le produzioni all’estero, in alcuni Paesi dove il costo del lavoro è inferiore come Marocco e Serbia. Una situazione che ha agitato non poco i lavoratori e gli esperti del settore, impauriti che vi possa essere sempre meno lavoro nelle nostre fabbriche.

Italia che peraltro eccelle per quanto riguardo l’automotive. Uno dei Paesi mondiali con la maggior tradizione, tra i primi in Europa e per questo molto ambiti.

Italia, brutto colpo nell’automotive: c’entra la BYD

L’Italia, peraltro, è stata in lizza come una possibile destinazione di un vero e proprio colosso mondiale dell’auto. Lo sguardo, in questi casi, va sempre in Cina, il riferimento è alla BYD. L’azienda di Shenzhen ha già una fabbrica in Europa, in Ungheria, ha annunciato l’apertura di una seconda in Turchia ed è intenzionata ad aprirne un’altra ancora.

D’altronde le vendite nel nostro Paese e nel Vecchio Continente sono schizzate alle stelle, con un +280% nel 2025 che quasi obbliga a valutare questa situazione. L’obiettivo è d’altronde chiaro: aggirare eventuali dazi ed eliminare la dipendenza dell’importazione.

La flotta delle auto BYD
Italia, brutto colpo nell’automotive: c’entra la BYD (BYD.com)

L’Italia, come detto, era uno dei Paesi inseriti in una vera e propria short list dei candidati. D’altronde la BYD ha già collaborazioni con Brembo e Pirelli per freni e pneumatici, aziende italiane e la vicinanza assume un fattore importante. Altri, però, i criteri nella scelta: tra questi anche la competitività del Paese, specialmente riguardo ai costi energetici.

Ricordiamo, peraltro, come il Governo italiano è al lavoro sul fronte espansionistico per il mondo dell’automotive: l’obiettivo di Palazzo Chigi è infatti attirare investitori stranieri sul nostro territorio per raggiungere il milione di veicoli prodotti l’anno. I costi dell’energia e la burocrazia sono però ostacoli non da poco.

E sembra che abbiano penalizzato l’Italia definitivamente. La scelta del colosso cinese, infatti, sarebbe ricaduta sulla Spagna che al momento offre un contesto favorevole per quanto riguarda l’aspetto energetico ed industriale con un sistema elettrico votato alle fonti rinnovabili e costi competitivi di produzione.

L’asse tra Pechino e Madrid, poi, si è rinsaldato di recente anche dal punto di vista politico, com la Spagna astenutasi sul voto europeo per i dazi alle auto cinesi. Costo dell’energia e del lavoro che hanno penalizzato anche la Germania, al pari dell’Italia.

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