Il Codice della Strada si è aggiornato ma non tutti conoscono le norme: se guidi un’auto la cui proprietà è di un altro, rischi fino a 3.000 euro di multa
Il Codice della strada si è evoluto ed aggiornato. Lo scorso anno, con un provvedimento fortemente voluto dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, il codice che regolamento tutto ciò che concerne la strada ed affini è stato rivisto. Ovviamente un pugno duro senza precedenti: multe salatissime soprattutto per chi commette un certo tipo di infrazioni.

Non vi saranno sconti per chi utilizza il cellulare alla guida oppure per chi si mette al volante in stato di alterazione psicofisica, sia essa dovuta da alcolici o droghe. Insomma, un vero e proprio pugno di ferro con sanzioni elevatissime che raggiungono cifre anche stellari in caso pure di eccesso di velocità oppure divieto di sosta.
Se questi sono un po’ le sanzioni “basiche” e comunque quelle a cui gli automobilisti sono più soggetti, ve ne sono diverse che si trasformano in vere e proprie trappole per chi guida.
Multa salata per chi guida l’auto di un altro: ecco quando accade
In molti, ad esempio, sono del tutto a digiuno delle regole per quanto riguarda il guidare un’auto che non sia di proprietà. Sia essa in prestito temporaneo, di una vettura condivisa oppure di un mezzo che si guida per conto di qualcun altro, è bene tenere a mente che in caso di incidente o altro anche lo stesso proprietario può incorrere in sanzioni, siano esse anche penali. Ecco perché è fondamentale fare molta attenzione.

L’articolo 94 del Codice della Strada introdotto nel 2014 regolamenta il poter utilizzare l’auto non di proprietà. Il comma 4-bis spiega come sia possibile guidare un’auto non di proprietà esclusiva ma per un limite temporale. In primis bisogna essere in possesso di una patente idonea per condurre l’auto oppure il mezzo in questione.
I familiari ed i conviventi del mezzo possono guidare l’auto per tutto il tempo necessario. Al momento dei controlli delle forze dell’ordine, queste nei database verificheranno l’appartenenza al nucleo familiare del conducente. In parole semplici, una moglie può dare l’auto al marito e viceversa, così come ai figli.
Occhio ai neopatentati, però: questi devono guidare una vettura con un rapporto peso/potenza pari a 75 kW per tonnellata, ossia 101,9 Cv per 1.000 kg, mentre la potenza complessiva, anche nel caso di vetture elettriche o ibride plug-in, è di 105 kW, corrispondenti a 142 Cv.
Un’amico oppure un conoscente, invece, non può guidare l’auto per un periodo superiore ai 30 giorni: in caso contrario sarà necessario comunicare alla Motorizzazione Civile il cambio di conducente. Una regola che vale anche per un familiare che non vive con il proprietario del veicolo, come può esserlo un figlio trasferitosi in altro luogo.
Le multe in caso di violazione sono davvero salatissime: partono da 700 euro circa ed arrivano fino ad oltre 3.000 euro. Come se non bastasse, come recita il Codice della Strada, “la carta di circolazione è ritirata immediatamente da chi accerta le violazioni previste nei commi 4 e 4-bis ed è inviata all’ufficio competente del Dipartimento per i trasporti terrestri, che provvede al rinnovo dopo l’adempimento delle prescrizioni omesse”.