Quello di cui vi parleremo oggi è un pezzo di storia dell’automotive italiano, uno dei motori più amati in assoluto prodotti dalla FIAT. Andiamo a scoprire i segreti di questo gioiello finito nelle mani degli indiani.
I gloriosi motori di casa FIAT hanno conquistato l’Italia nel corso del tempo, ma oggi sono totalmente svaniti nei modelli nuovi, sotto la gestione del gruppo Stellantis. In Italia, così come in Europa, sul motore diesel lo sviluppo si è quasi del tutto interrotto, a causa delle normative europee che sono sempre più stringenti. Inoltre, sta montando un nuovo caso dieselgate, che vedrebbe come protagonista, in negativo, la BMW. Ciò sancirebbe, di fatto, la morte definitiva del motore a gasolio, sino a pochi anni fa considerato un punto di riferimento assoluto per l’automotive.

In altre parti del mondo, tuttavia, lo sviluppo di questa tecnologia prosegue, ed un mito dell’automotive italiano potrebbe tornare a splendere. Stiamo parlando del 2.0 Multijet, ovviamente diesel, di casa FIAT, uno dei punti fermi della storia della casa di Torino. Si tratta di un propulsore che è molto apprezzato a livello globale per via della sua affidabilità e dell’efficienza, che consente di contenere i consumi.
FIAT, il motore 2.0 Multijet torna a splendere in India
Secondo quanto comunicato, Tata Motors ha ottenuto da Stellantis la licenza per sviluppare il motore 2.0 Multijet di casa FIAT. Si tratta di un quattro cilindri a gasolio, che verrà prodotto nello stabilimento di Ranjangaon, mediante la joint venture tra il gruppo di John Elkann e Tata Motors, vale a dire il colosso indiano che, nel corso dell’estate, ha acquistato il gruppo Iveco da Exor. Questo motore viene già utilizzato da due modelli del gruppo asiatico, vale a dire il SUV Harrier ed il Safari.

Sono probabili delle modifiche al motore, anche se va sottolineato che Stellantis proseguirà ad essere titolare della proprietà intellettuale del motore. D’ora in avanti, grazie a questo accordo, saranno evitati molti costi associati alle approvazioni ed allo sviluppo esterni, visto che una modifica alla calibrazione, ad esempio, costava sino a 10 milioni di euro. Sino a questo momento, il motore Multijet è disponibile tra i 150 ed i 170 cavalli di potenza massima, ma vedremo se ci saranno ulteriori cambiamenti a seguito dell’accordo.





