I marchi cinesi hanno grandi interessi in Italia e negli investimenti nel nostro paese. Il più grande colosso del paese del Dragone ha un obiettivo chiaro e vuole portarlo a termine.
Quello odierno è un mercato dell’auto in rapida evoluzione, che ha conosciuto nuovi protagonisti, ma anche la decadenza dei vecchi padroni del settore. La Cina è il nuovo che avanza, con l’obiettivo di dominare la scena anche in Europa, data l’eccessiva concorrenza interna che si è ormai sviluppata nel paese del Dragone.

Guardando alla Cina, esistono dei brand che hanno ormai ottenuto una grande rilevanza a livello mondiale, e che non possono non preoccupare i marchi nostrani. BYD ha puntato sull’Europa e sta ampliando la propria rete di investimenti, guardando con attenzione anche al nostro paese. Ci sono diverse indiscrezioni su ciò che potrebbe avvenire nel corso dei prossimi anni, e l’Italia è nel mirino.
BYD, attenzione su ben 35 aziende nei pressi di Torino
La BYD sta mettendo nel proprio mirino l’Italia ed in particolare le sue aziende. Secondo quanto reso noto dal sito web “Motor1.com“, la casa cinese ha individuato ben 85 aziende italiane idonee per rifornire i suoi stabilimenti, a seguito del completamento della prima fase di ricerca. Parliamo di realtà situate nei pressi di Torino, specializzate in componenti come i cambi, i filtri, i sistemi frenanti e molto altro ancora, che sono legate principalmente al vecchio gruppo FIAT e poi a Stellantis.

Secondo quanto dichiarato da Alfredo Altavilla, consigliere per l’Europa di BYD, i dirigenti cinesi sarebbero rimasti colpiti dalla qualità e della competenze, oltre che dalle infrastrutture delle aziende, anche se c’è un tema da affrontare, che è quello degli elevati costi energetici, che restano un’ostacolo alla competitività. In ogni caso, le prime indagini svolte dalla casa del paese del Dragone hanno dato esito positivo, e BYD vuole accelerare il proprio percorso di sviluppo in Europa basandosi proprio sulle eccellenze del territorio. In Ungheria ed in Turchia sono già sorti siti di produzione, con l’assemblaggio dei primi veicoli atteso tra la fine del 2025 ed il prossimo anno.





