FIAT Panda, Stellantis ferma la produzione. Ecco che cosa sta succedendo, non è un buon segno per l’industria.
Non è un periodo semplice per l’industria dei motori, le sfide per le aziende odierne sono moltissime. La competizione è sempre più elevata, soprattutto con i modelli che arrivano dalla Cina a basso costo, e l’avvento dell’elettrico ha portato più costi e incertezza normativa per le aziende. A questo quadro si aggiungono le difficoltà del contesto politico internazionale, tra conflitti e la questione dazi sul mercato statunitense. Riuscire a navigare queste acque movimentate, insomma, è complicato anche per i grandi colossi.

Stellantis è tra i gruppi che ha sicuramente accusato questo difficile contesto attuale, e che ha avuto un anno al di sotto delle aspettative dal punto di vista dei numeri di vendita. Ora l’azienda vuole rilanciarsi sul mercato, e il primo passo è riuscire a ottimizzare i costi e a eliminare tutte le spese non necessarie. A sorpresa, in questo processo è coinvolta anche la FIAT Panda, modello più venduto in Italia e uno di quelli di maggior successo dell’universo Stellantis.
Fiat Panda, fermata la produzione: ecco cosa sta succedendo
La nuova linea di Stellantis è quella di rendere i costi e le risorse compatibili con quelle che sono le richieste del mercato e riuscire il più possibile ad eliminare sprechi, residui e costi in eccesso. Per questo, il gruppo ha deciso di fermare la produzione in alcuni dei suoi stabilimenti per far si che la produzione e la domanda si riallineino e che si possa avere una maggiore fluidità e continuità nella produzione, oltre che ottimizzare le risorse.

Il gruppo ha deciso di fermare temporaneamente la produzione della FIAT Panda nello stabilimento di Pomigliano d’Arco, oltre che dalla Alfa Romeo Tonale, per un periodo che partirà dal prossimo 29 Settembre. La decisione è arrivata dopo un incontro con i sindacati, e il gruppo l’ha definita “necessaria per ottimizzare l’organizzazione dello stabilimento”.
Simili provvedimenti sono previsti anche per altre fabbriche all’estero, come lo stabilimento francese di Poissy, dove i modelli Opel e DS potrebbero subire una battuta d’arresto tra il 13 e il 31 ottobre. La situazione dell’automotive europeo, dunque, continua ad essere particolarmente delicata e a subire i forti cambiamenti degli ultimi anni. Queste decisioni sono certamente un duro colpo per tutta l’industria.