Le batterie degli EV possono durare più di quanto pensate

Le batterie degli EV potrebbero avere una vita molto più lunga di quanto si possa pensare

Una recente analisi d’oltreoceano sui dati di guida reale ha portato ad una sorprendente (per alcuni) conclusione circa la durata di vita utile delle batterie degli EV (veicoli elettrici). È opinione diffusa che gli “elettromobilisti” vengano piantati in asso una volta che la loro batteria abbia perso i 20% della capacità di stoccaggio. I ricercatori del Lawrence Berkeley National Laboratory (laboratorio del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti d’America gestito dall’Università della California), dopo aver studiato i dati sui comportamenti di guida reali, hanno scoperto invece che i tipici proprietari di EV non avvertono questa differenza.

Quindi un calo del 20% non costituisce un problema?

Batteria degli EV

 Il ciclo di vita delle batterie degli EV in numeri

Parleremo presto di numeri, tuttavia il responsabile del team di ricerca sui powertrain del Berkeley Lab, Samveg Saxena, riassume la questione in maniera molto brillante, quindi iniziamo con la sua dichiarazione:

… Abbiamo scoperto che soltanto una piccola parte degli automobilisti non potrà più soddisfare le proprie esigenze di mobilità giornaliere dopo che la batteria avrà perso il 20% della capacità di stoccaggio di energia. È importante ricordare che la stragrande maggioranza delle persone non guida per più di 40 miglia (64 km) al giorno in quasi tutti i giorni, e quindi dispone di un’abbondante riserva di energia per affrontare i consueti viaggi quotidiani anche se il degrado della batteria determina una notevole perdita della sua capacità.

I sostenitori degli EV hanno ripetuto ciò per anni, giusto? Bene, ora il Berkeley Lab ha i numeri per confermare questa tesi. L’idea di base è quella di analizzare la durata di vita delle batterie degli EV in termini di modelli di guida attuali.

La cosa sembra abbastanza semplice, ma per recuperare ed elaborare i dati ci è voluto comunque un po’ di tempo. Il primo passo è stato quello di raccogliere le informazioni sui comportamenti di guida reali, che sono disponibili grazie al Sondaggio Nazionale sui Viaggi delle Famiglie del Dipartimento dei Trasporti USA. L’indagine registra ogni dettaglio del ciclo quotidiano di una vettura (24 ore su 24), compresi il parcheggio e la guida.

Visti i numeri molto piccoli del mercato degli EV, questi sondaggi sono stati pensati per le auto a benzina, ma l’aspetto “chiave” è che essi costituiscono comunque una fotografia delle abitudini quotidiane di un automobilista, indipendentemente dal tipo di macchina usata. Per tradurre ciò in termini di guida elettrica, il Berkeley Lab ha utilizzato la popolare Nissan LEAF (con batteria da 24 kWh) come suo modello di EV di riferimento.

Il passo successivo è stato quello di caricare questi dati nel simulatore Vehicle-To-Grid del Berkeley Lab, che il laboratorio ha sviluppato proprio per stimare il consumo di energia da parte degli EV sia per la guida che per la ricarica.

Quando il team ha scomposto il tutto in variabili, quali: tipo di stazione di ricarica (Livello 1 o 2), guida urbana o extra-urbana, percorso collinare o pianeggiante, climatizzatore acceso o spento, ecc.; sono venuti fuori più di 13 milioni di profili diversi, a partire da un insieme di 160.000 record del Sondaggio Nazionale sui Viaggi delle Famiglie.

Per non annoiarvi oltre, i ricercatori hanno scoperto che nonostante una perdita del 20% della loro capacità, le batterie degli EV continuano a soddisfare le esigenze dell’85% degli automobilisti. E, come se non bastasse, più della metà dei conducenti di auto elettriche è ancora in grado di percorrere il proprio tragitto quotidiano quando la capacità della batteria si degrada addirittura al 30% del valore originario.

capacità delle batterie degli EV e bisogni degli automobilisti

Va bene per l’autonomia, ma cosa accade alle prestazioni? Il team ha analizzato pure la perdita di potenza ed ha scoperto che essa non ha un impatto significativo sulle performance. Quindi il fattore “chiave” nella durata di vita utile delle batterie degli EV è la capacità.

Se siete curiosi di analizzare tutti i numeri, potete dare un’occhiata allo studio pubblicato sul Journal of Power Sources.

L’autonomia delle batterie degli EV

Sulla base di quanto visto, non vi sembra che tutto questo “polverone” sulla necessità di batterie a lungo raggio, ovvero da più di 200 miglia (320 km), sia un po’ esagerato? Certo, con una capacità maggiore si avrebbe la comodità di non dover ricaricare spesso. Ma un range di 200 miglia o più, potrebbe tradursi in 3 o più ore di guida ininterrotte, cosa che la maggior parte delle persone di fatto non affronta.

Per quanto concerne la convenienza della ricarica, questo fattore sta già cominciando a perdere importanza. A differenza delle pompe di benzina che richiedono delle fermate “speciali”, le stazioni di ricarica possono essere posizionate a casa, nei pressi dei posti di lavoro e dei luoghi pubblici (come i parcheggi dei grossi centri commerciali). E può essere sufficiente anche soltanto collegare l’EV nella presa del proprio garage. Indipendentemente da quanto spesso si debba ricaricare, la tendenza è quella di farlo con continuità durante tutta la giornata.

La reale necessità di una batteria con range elevato sussiste soltanto per i lunghi viaggi, ma la resistenza naturale dell’automobilista funge da contrappeso e la maggior parte delle persone non affronta tutti i giorni lunghi tragitti. Se siete il tipo di automobilista che nei viaggi a lunga percorrenza si ferma a riposare dopo poche ore, allora tutto il resto potrebbe restare uguale: un’autonomia di 200 miglia vi consentirebbe di disporre di una batteria con un ciclo di vita molto lungo, anche quando la capacità della stessa avrà subito una perdita del 20%. Il fattore chiave in tal caso è la disponibilità di stazioni di ricarica veloce lungo la via.

Quindi, prima di comprare un EV, preparate e cercate di tenere aggiornato il vostro diario di bordo in modo tale da riuscire a capire qual è la capacità della batteria che meglio si adatta alle vostre abitudini. A parte questo, l'”ansia da autonomia” è un non-problema.

 

Grazie e alla prossima,

Team GAA

Redazione

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