Pier Luigi e la sua BMW i3

Riportiamo con molto piacere la testimonianza del nostro caro lettore Pier Luigi. Grazie tante Pier Luigi per la tua squisita disponibilità!

Pier Luigi e la sua BMW i3

Pier Luigi e la sua BMW i3

Sono arrivato alla mia BMW i3 dopo un lungo percorso.

Posso dire di aver guidato la maggior parte delle auto che hanno caratterizzato gli ultimi 40 anni del panorama automobilistico e di averne possedute alcune anche molto particolari.

Sono partito da una VW Maggiolino Cabriolet del 1960, cambiata con una Talbot Samba, sostituita da una Fiat Uno Energy Saving, che ha lasciato il posto ad una Fiat Regata 85S, che è stata sostituita da una Fiat Uno Turbo ie, a cui è seguita una Lancia Y10 Seletronic, lasciata per passare ad una VW Golf automatica, cambiata con una Citroen Xantia automatica, sostituita da una BMW 520i Touring automatica, cui è seguita una Mercedes classe A automatica, sostituita da un incredibile pick-up Ford F150 V8, che poi ha lasciato il posto ad una VW Touareg 3.0 TDI tiptronic che è, infine, stato sostituita da una 500C ABARTH Essesse.

Quando ho scelto la BMW i3 sapevo che stavo per fare qualcosa di straordinario e ne ero certo perché in pochi condividevano la mia decisione.

Dopo aver provato, nel novembre del 2013, la BMW i3 REx* ho capito che era la mia macchina ed ho fatto tutto quello che serviva per riuscire ad averla.

Nota*: L’auto elettrica BMW ha un’autonomia dichiarata di circa 130-160 km e per questo viene offerta con un range extender opzionale, nella forma di un motore benzina compatto da 650 cc, che in linea teorica dovrebbe raddoppiare i km percorribili. Il serbatoio del range extender contiene solo 9 litri di benzina e questo perché, come da categoria BEVx cui la i3 si attiene, il motore termico serve solo a reintegrare la carica della batteria e non a fornire potenza alla trazione.

Guidare un’auto elettrica è un’esperienza che cambia la prospettiva della guida.

Nel caso della mia BMW i3 significa avere a disposizione 170 cavalli pronti a spostare l’auto con estrema dolcezza oppure con un’accelerazione che lascia sconcertate sia le persone che ci sono dentro, sia quelle che sono alla guida di altre auto. La casistica è ormai vastissima, ma alcuni episodi sono veramente divertenti perché vedono protagoniste auto che i loro proprietari hanno sicuramente comprato per le prestazioni.

  • Un signore con un’Audi A3 S a quattro ruote motrici mi ha seguito per 8 chilometri per potermi chiedere come avevo fatto a “staccarlo di netto” immettendomi davanti a lui in una rotonda mentre stava sopraggiungendo.
  • Il proprietario di una Porsche Carrera 4S, dopo aver provato per ben due volte a superarmi in accelerazione in due semafori successivi, al terzo semaforo rosso ha abbassato il vetro e mi ha chiesto: “ma quanti cavalli ha?”
  • Infine un giovane possessore di una fiammante BMW M3, dopo essere stato lasciato indietro tra una rotonda e l’altra, nella breve tangenziale di Imola, mi ha affiancato facendo un inequivocabile gesto di approvazione con il pollice levato verso l’alto.

Ma prestazioni a parte, l’uso della BMW i3 mi sta abituando a livelli di comfort e di successivo benessere che mai avrei immaginato. Tutti pensano che un’auto elettrica sia silenziosa, ma in pochi sanno che la vera caratteristica distintiva delle auto elettriche è l’assenza di vibrazioni. Viaggiare senza essere sottoposti alle vibrazioni tipiche dei motori a combustione interna è un’esperienza molto piacevole per il fisico perché consente di fare lunghi viaggi senza sentire il peso della stanchezza.

Avendo fatto molti chilometri, sono ormai 35.000, posso dire che viaggiare in elettrico è qualcosa di assolutamente diverso. Cambiano tanti parametri di guida… S’impara a gestire diversamente l’auto in tutte le sue componenti fondamentali: acceleratore, sterzo, freni. L’acceleratore, in particolare, è il vero tramite nella guida, serve per aumentare la velocità ma anche per decelerare senza dover usare i freni (sfruttando l’effetto freno dato dal motore elettrico che ricarica le batterie). Lo sterzo diventa veramente il comando “principale” perché non si è distratti da altri comandi da utilizzare. I freni, infine, sembrano diventare quasi secondari; si usano veramente solo in casi estremi e quasi ci si dimentica di averli, con grandi vantaggi per il comfort e per il portafoglio (visto che non si consumano né le pastiglie, né tanto meno i dischi).

Questo modo di guidare diminuisce enormemente lo stress di guida dando, nel contempo, una fluidità di marcia che consente di scegliere in ogni momento se guidare in scioltezza oppure godersi le prestazioni fuori dal comune che l’auto può dare.

Pier Luigi e la sua BMW i3

(Fine prima parte)

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Redazione

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