Mobilità elettrica in Italia: il punto della situazione

Mobilità elettrica in Italia: perché non decolla.

Nel presente articolo cerchiamo di fare una fotografia dello stato di sviluppo della mobilità elettrica, partendo dall’analisi della situazione mondiale per arrivare a quella che ci riguarda più direttamente, per cercare di comprendere quali sono le ragioni principali che stanno ritardando la diffusione su vasta scala dei veicoli plug-in nel nostro Paese.

» Mobilità elettrica – Mercato globale delle auto elettriche

In tutto il mondo, il numero di veicoli elettrici plug-in che sono stati venduti nel 2016 è pari a 773.600, il 42% in più rispetto al 2015. I veicoli plug-in sono cresciuti 20 volte più velocemente rispetto al mercato automobilistico nel suo complesso, ricavandosi tuttavia una quota di mercato di appena lo 0,86%. I volumi delle auto plug-in si sono più che triplicati rispetto al 2013 e, proseguendo con il tasso di crescita degli ultimi anni, nel 2030 ben 8 vetture su 10 potrebbero essere elettriche. Cosa ad oggi impensabile, ma non impossibile in futuro.

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Curva di crescita dei veicoli plug-in nel mondo [Fonte: EV-volumes]

La Cina è il più grande mercato mondiale di veicoli plug-in, +85% rispetto al 2015. Nel 2016 sono stati venduti 351 mila “New Energy Vehicles”. Come è noto, il governo cinese è seriamente impegnato nell’attuazione di interventi di riduzione dei gas serra.

Gli Stati Uniti sono cresciuti del 36% rispetto al 2015, grazie soprattutto alle performance degli ultimi due trimestri del 2016.

L’Europa, infine, è cresciuta del 13%. Molti mercati si sono sviluppati a ritmo sostenuto, anche se i recenti cambiamenti alle politiche sugli incentivi per i PHEV nei Paesi Bassi e per i BEV in Danimarca hanno un po’ penalizzato il quadro generale.

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Vendite di veicoli plug-in e tassi di crescita [Fonte: EV-volumes]

» Mobilità elettrica –  Mercato europeo delle auto elettriche

Nel 2016 sono stati immatricolati in Europa 221 mila veicoli plug-in. La quota di mercato raggiunta è dell’1,3%. La Norvegia è la nazione con il più alto share di auto plug-in in Europa (e nel mondo): oltre il 29%. Di seguito il diagramma delle prime dieci nazioni europee con la più alta quota di mercato per i PEV (Plug-in Electric Vehicles).

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Top 10 Paesi europei per share di veicoli plug-in [Fonte: EAFO]

» Mobilità elettrica – Mercato italiano delle auto elettriche

Nel corso del 2016 sono state immatricolate in Italia 2.821 auto elettriche, ripartite – quasi in parti uguali – tra elettriche “pure” e ibride ricaricabili. La quota di mercato è ferma allo 0,1%.

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Immatricolazioni di veicoli plug-in in Italia [Fonte: EAFO]

La quota di mercato delle auto elettriche in Italia è dunque circa 1/10 di quella degli altri grandi paesi europei. E tale divario è ancora più ampio se paragonato ai paesi nordici.

» Mobilità elettrica – Incentivi per le auto elettriche

Ma veniamo adesso al nodo cruciale di questa analisi, ovvero alla descrizione degli strumenti di incentivazione a supporto delle auto elettriche e alla analisi della situazione attuale.

Così come spiegato nell’E-Mobility Report dell’Energy & Strategy Group, pool di docenti e ricercatori dei Dipartimenti di Ingegneria Gestionale e di Energia del Politecnico di Milano, vi sono due macro-categorie di incentivi dedicati ai veicoli elettrici:

  1. incentivi diretti all’acquisto: agevolazioni al momento dell’acquisto, esenzioni dall’IVA e detrazioni fiscali.
  2. incentivi diretti all’uso e alla circolazione: esenzioni dall’imposta di circolazione, detrazioni sulle tariffe (pedaggio autostradale, parcheggi a pagamento, …) e riduzione del costo dell’energia per i proprietari di EV.

Di seguito si riporta la tabella con il quadro riassuntivo degli strumenti di incentivazione a supporto delle auto elettriche adottati in varie nazioni.

mobilità elettrica, quadro sinottico

Strumenti di incentivazione a supporto degli EV [Fonte: Energy & Strategy Group – Politecnico di Milano]

Tra i paesi selezionati la tipologia degli incentivi adottati è piuttosto variegata e praticamente in tutti i paesi vi è una coesistenza di incentivi diretti alla vendita e di incentivi volti all’uso e alla circolazione delle auto elettriche. La presenza simultanea di azioni ad entrambi i livelli sembra la chiave del successo degli strumenti di incentivazione.

In  Norvegia vengono offerti incentivi estremamente “generosi” (fino a 20 mila euro per i BEV), circa il doppio rispetto agli incentivi medi erogati dagli altri paesi. Anche i Paesi Bassi offrono incentivi importanti, soprattutto per i PHEV.

L’Italia risulta inesorabilmente arretrata. Non offre incentivi diretti all’acquisto e la stima del controvalore dell’incentivo erogato è il più basso tra quelli analizzati.

» Mobilità elettrica – Le infrastruttura di ricarica

Altro fattore chiave per lo sviluppo della mobilità elettrica è ovviamente quello legato alla disponibilità di una capillare rete di ricarica per veicoli elettrici.

mobilità elettrica - Stazioni di ricarica EV

Stazioni di ricarica per EV

Il numero totale dei punti di ricarica presenti nel mondo ha raggiunto alla fine del 2016 1,45 milioni. L’incremento delle infrastrutture di ricarica (+81%) è più accentuato di quello fatto registrare dal mercato delle auto elettriche (+53%); sembrerebbe quindi che le infrastrutture stiano “correndo” più velocemente del mercato dell’automotive.

Gli USA guidano il segmento delle colonnine private (32% del totale); per il segmento delle colonnine pubbliche è la Cina leader indiscussa (31% del totale).

In Europa sono state installate 70.000 stazioni di ricarica pubbliche e 390.000 stazioni di ricarica private (quelli messi meglio sono i Paesi Bassi e la Norvegia).

Il rapporto medio veicoli elettrici/punti di ricarica a livello globale si attesta in 0,86 veicoli per singola colonnina. In un mercato “maturo” tale rapporto si dovrebbe attestare su circa 1 veicolo per punto di ricarica. A tale valore si avvicinano paesi come la Cina e la Svezia. L’Italia, con un indice di 0,66 veicoli elettrici/punti di ricarica, conferma di essere in una posizione particolarmente arretrata.

Nel Bel Paese si possono stimare circa 9.000 colonnine di ricarica, delle quali circa 7.500 “private” (circa l’80%) e 1.750 “pubbliche” (20%). Di quelle pubbliche soltanto il 4% sono high power (più di 22 kW), contro una media per i paesi più evoluti del 20%. E un’altra barriera alla diffusione su larga scala della mobilità elettrica è l’assenza di interoperabilità tra le infrastrutture di ricarica gestite da operatori differenti.

» Mobilità elettrica – Incentivi per le infrastrutture di ricarica

Le due macro-categorie di incentivi dedicati all’infrastruttura di ricarica sono:

  1. gli investimenti diretti: la PA partecipa direttamente allo sviluppo della rete di ricarica, finanziando con fondi pubblici progetti in questo ambito;
  2. le agevolazioni fiscali: il soggetto privato che sviluppa un’infrastruttura di ricarica può portare in detrazione una parte dell’investimento sostenuto e negli anni successivi potrà godere di un rimborso fiscale.

L’infrastruttura di ricarica – soprattutto quella pubblica – ha nel meccanismo di supporto pubblico il cuore del proprio sviluppo.

Ma veniamo alla scelta italiana. In Italia il principale strumento di incentivazione a supporto della diffusione delle infrastruttura di ricarica è definito dal PNIRE (Piano Nazionale Infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica) redatto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT).

Il PNIRE ha come target al 2020 l’installazione di 4.500 – 13.000 punti di ricarica normal power e di 2.000 – 6.000 punti di ricarica high power.

mobilità elettrica - stazioni ricarica

Stazioni di ricarica AC/DC per auto elettriche

Per il suo finanziamento è stato istituito un apposito fondo la cui dotazione finanziaria è pari a 33,5 milioni: il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti partecipa al cofinanziamento dei progetti presentati dalle regioni e dagli enti locali, fino a un massimo del 50% delle spese sostenute per l’acquisto e per l’installazione degli impianti.

  • Dei 33,5 mln € stanziati, circa 4,5 mln € sono stanziati dal MIT tramite un bando destinato a tutte le Regioni a favore di progetti mirati ad infrastrutturare le principali aree urbane del paese (si prevede l’installazione di 700 punti di ricarica in oltre 100 comuni).
  • La restante parte dei fondi stanziati, circa 29 mln €, è destinata alle Regioni con l’obiettivo di favorire l’incentivo alla ricarica privata (domestica e aziendale), l’ammodernamento degli impianti di distribuzione del carburantelo sviluppo di reti di carica pubbliche e il supporto alla realizzazione di infrastrutture accessibili al pubblico da parte operatori privati.

Inoltre, il decreto legislativo di attuazione della Directive Alternative Fuel Initiative (DAFI), prevede che dal 1° giugno 2017 i Comuni potranno rilasciare il titolo abilitativo edilizio per gli edifici di nuova costruzione ad uso non residenziale con superficie superiore a 500 m2 e per gli edifici residenziali di nuova costruzione con almeno 50 unità abitative solo se sarà contemplata la predisposizione degli allacci, ovvero se gli edifici potranno essere dotati di prese elettriche per ricaricare le auto a batteria.

» Mobilità elettrica – Conclusioni

Senza addentrarci nelle complesse trattazioni dei modelli di business per la realizzazione delle infrastrutture di ricarica e dei possibili scenari futuri di diffusione della mobilità elettrica, affrontate nelle ultime pagine dell’E-mobility Report, possiamo affermare con certezza che senza incentivi all’acquisto difficilmente il mercato delle auto elettriche potrà spiccare il volo in Italia.

È senz’altro vero che è necessario un miglioramento della rete di ricarica: curare la manutenzione delle colonnine esistenti, incrementare il numero di stazioni per la ricarica rapida (soprattutto in aree geografiche poco servite) e fare in modo che chi possiede un’auto elettrica non debba collezionare un’infinità di tessere diverse.

Tuttavia il nodo cruciale è che i veicoli elettrici in circolazione in Italia sono come le mosche bianche. Prendendo esempio dai paesi virtuosi, occorre puntare in maniera decisa a un rafforzamento dei sistemi di incentivazione per l’acquisto di veicoli plug-in, magari prevedendo l’impiego di parte delle risorse già destinate al PNIRE per l’incentivazione dell’acquisto di auto elettriche.

Redazione

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